Nella storia del jazz nazionale, Lingomania si affermò come la band di riferimento degli anni Ottanta, come il Perigeo nei Settanta. Anche se musicalmente diversi, entrambi i gruppi riuscirono a elaborare i fermenti crossover delle rispettive epoche in uno stile personale, nell’intento di superare la mera cerchia degli appassionati di jazz attraverso l’idea, mutuata dal rock, di unire le convergenze creative di cinque eccellenti musicisti in un progetto comune e originale.
Riunitisi nel 2016 a trent’anni dal loro esordio discografico – nel 1986 Riverberi, uscito per la Gala Records, segnò una svolta nell’allora corrente produzione nazionale – i protagonisti di quella prima stagione, con l’aggiunta di Giovanni Falzone, hanno deciso di rimettersi in cammino e rinverdire i fasti di un nome prestigioso e di un’esperienza a cui tutti loro sono molto legati.
Passate le celebrazioni, Lingomania licenzia oggi Lingosphere, un nuovo lavoro discografico prodotto dalla Abeat Records di Mario Caccia, che rappresenta l’anello di congiunzione ideale fra presente e passato. Se il nuovo repertorio è ancora il frutto del lavoro di Giammarco e Fiorentino, il cui inconfondibile stile narrativo è garanzia di continuità, il risultato complessivo è soprattutto il prodotto delle più disparate esperienze musicali accumulate dai cinque musicisti in trent’anni di carriera individuale, spesso a fianco di colleghi di livello internazionale. Fra le novità, il disco contiene anche un brano scritto all’epoca (un’epoca di furiosa produzione) e mai registrato: uno di tanti inediti rimasti in un cassetto ancora pieno di sorprese.
Questo gruppo “che della sintesi dei linguaggi faceva il vessillo di un jazz straordinariamente moderno, consapevole, e pienamente proiettato in un futuro prossimo” (dalla post-fazione alla Nuova Storia del Jazz di Alyn Shipton, di Vincenzo Martorella) continua il suo percorso, con rinnovato entusiasmo, verso nuovi orizzonti musicali.
“Dopo tre anni passati a rastrellar premi e lusinghieri riconoscimenti ufficiali di “miglior gruppo jazz nazionale”, il 1986 è stato per Lingomania l’anno della consacrazione discografica: Riverberi è stato infatti tra gli album italiani più riusciti (e più venduti) dell’annata.” (Gianfranco Salvatore – Audio Review 1987)
“Maurizio Giammarco with his quintet Lingomania has succeeded in creating in Italy the same jazz miracle that Miles Davis did in the 80s, by making people accept the idea of compatibility of acoustic and electric instruments, jazz and funk and swing and rock rhythms. Thanks to the jazz side of his discourse, Lingomania has been elected Best Italian Group two years running by the italian jazz critics, who are among the most conservative in Europe, in the Musica Jazz Magazine poll”. (Wire Magazine-1987)
“Ed ecco invece cinque musicisti al meglio delle proprie possibilità, al di là della tecnica e degli effetti. Cinque voci che cantano con naturalezza e fluidità, nonostante la notevole complessità delle composizioni. E, certo, cinque cuori che pulsano all’unisono… Insomma se nella musica d’oggi non ci sono più correnti e tendenze, se ad attrarre, per stile e autorevolezza, son solo le singole proposte, eccone una destinata ad imporsi: la proposta Lingomania…” (Maurizio Favot, Il Mucchio Selvaggio – dicembre 1987)
Protagonista del Jazz in Italia fin dai primi anni ’70 (come attesta anche l’autorevole Biographical Encyclopedia of Jazz), si è affermato come solista di sax, compositore, e leader di gruppi storici: come Lingomania, considerato il gruppo più rappresentativo degli anni ’80, o la Parco Della Musica Jazz Orchestra, big band residente all’Auditorium di Roma e da lui diretta dal 2005 al 2010. Forte di una profonda conoscenza di tutto il jazz storico e di una lunga esperienza anche in altri ambiti musicali, Giammarco vanta uno stile ben riconoscibile sia sul piano solistico che compositivo. Ha suonato con moltissimi jazzmen di fama internazionale (Chet Baker, Lester Bowie, Dave Liebman, Phil Markowitz, Miroslav Vitous), e con praticamente tutti i più importanti musicisti italiani. Attivo in vari ambiti (didattica, produzione, composizione di musica per teatro, danza, cinema, cd roms, orchestra sinfonica e orchestra d’archi, freelancer in dischi e tournee di musica pop), è autore di una monografia su Sonny Rollins (1996) e di un libro di suoi brani e trascrizioni (Carish, 2012). Ha diretto il festival Termoli Jazz Podium (2000-2006). Svolge attività didattica presso Siena Jazz, la S.Louis di Roma e il Conservatorio de l’Aquila.
trombettista e compositore, si diploma giovanissimo in tromba al Conservatorio Bellini di Palermo e in jazz, con il massimo dei voti, al Conservatorio Verdi di Milano. Dal ’96 al 2004 collabora stabilmente con l’Orchestra Sinfonica di Milano dove ha modo di suonare con direttori e solisti di fama internazionale (Giuseppe Sinopoli, Claudio Abbado, Carlo Maria Giulini, Riccardo Chailly, Yutaka Sado, Luciano Berio, Vladimir Jurowski, Valere Giergev). Dal 2004 si è dedicato definitivamente alla musica jazz e alla composizione, vincendo numerosi premi (Umbria Jazz, Django d’Or, Top Jazz 2004, Accademie Du Jazz 2009, etc). Come band-leader ha registrato una dozzina di Cd e ha suonato in vari Festival Jazz nazionali e internazionali. Insegna strumento e musica d’insieme presso il Conservatorio di Brescia, e a Siena Jazz.
Esordisce negli anni settanta al fianco dei suoi coetanei dell’area romana, con molti dei quali darà seguito a collaborazioni durature. In veste di leader e sideman ha registrato e tenuto concerti in Italia e all’estero collaborando con: Paolo Fresu, Lingomania, Palle Daniellson, Danilo Rea, Furio Di Castri, Enrico Rava, Aldo Romano, Mike Stern, Vinnie Colaiuta, Albert Mangelsdorff, Bruno Tommaso, Paolo Damiani, Enzo Pietropaoli, Manu Roche, Mina, Rita Marcotulli, Fabrizio Sferra, Greg Burk, Ares Tavolazzi, Fabio Zeppetella, Lincoln Goines, Kim Plainfield, Roberto Gatto, Flavio Boltro, Ramberto Ciammarughi, Dario Deidda e molti altri. Insegna Chitarra Jazz presso il Conservario Cherubini di Firenze. Ha pubblicato libri, video e metodi di carattere didattico che hanno avuto un vastissimo seguito.
Contrabbassista e compositore, vanta collaborazioni di lunga durata con artisti del calibro di Michel Petrucciani, Chet Baker, Enrico Rava, Joe Henderson, Paul Bley, Richard Galliano, John Taylor e Paolo Fresu. Ha suonato in tutto il mondo, registrando più di duecento dischi, di cui una ventina come leader. Ha composto musiche per orchestra e laboratori sperimentali, teatro, danza e arte contemporanea. Premiato dalla rivista Auditorium come miglior contrabbassista italiano nel 2007, nel 2008 è stato selezionato tra i migliori interpreti dello strumento per il World Bass Meeting di Stoccarda e per il Bass Festival del Conservatorio Superiore di Parigi. E’ attualmente direttore del Dipartimento di Jazz del Conservatorio di Torino, docente ai corsi di Alta formazione Professionale di Siena Jazz e direttore artistico del Torino Jazz Fringe Festival dal 2012.
Dal suo debutto col Trio di Roma (nel ’75 con Rea e Pietropaoli), Gatto è diventato il batterista italiano più conosciuto e apprezzato al mondo. I suoi progetti sono caratterizzati, oltre che da un interessante ricerca timbrica e da un’impeccabile tecnica esecutiva, da un gran calore tipico della cultura mediterranea. Numerose sono le sue collaborazioni in qualità di sideman o co-leader: Chet Baker, Freddy Hubbard, Lester Bowie, Gato Barbieri, Kenny Wheeler, Randy Brecker, Avishai Cohen, Jeremy Pelt, Enrico Rava, Ivan Lins, Vince Mendoza, Kurt Rosenwinkel, Joey Caldarazzo,Bob Berg, Steve Lacy, Johnny Griffin, George Coleman, Dave Liebman, Phil Woods, James Moody, Steve Grossman, Lee Konitz, Barney Wilen, Ronnie Cuber, Sal Nistico, Michael Brecker, Lew Tabackin,Tony Scott, Paul Jeffrey, Bill Smith, Joe Lovano, Michael Blake, Maurizio Giammarco, Curtis Fuller, Kay Winding, Albert Mangelsdorff, Cedar Walton, Tommy Flanagan, Kenny Kirkland, tefano Bollani, Mal Waldron, Ben Sidran, Enrico Pieranunzi, Franco D’Andrea, John Scofield, John Abercrombie, Billy Cobham, Bobby Hutcherson, Didier Lockwood, Richard Galliano, Christian Escoudè, Joe Zawinul, Bireli Lagrene, Palle Danielsonn, Scott Colley, Giovanni Tommaso, Paolo Damiani, Emmanuel Bex, Pat Metheny, Peter Bernstein, Nir Felder, Ben Street, Doug Weiss, Han Bennink, Joey Baron. Ha registrato più di una ventina di CD a proprio nome, si è imposto in numerosissimi referendum come solista e bandleader. Dal 2011 vive regolarmente tra l’Italia e New York dove collabora con i migliori musicisti della scena americana.
LINGOMANIA @ BIG MAMA CLUB nel bellissimo servizio di Rossana Livolsi sul TG3 andato in onda il giorno 8 gennaio 2016 Maurizio Giammarco al sax, Umberto Fiorentino alla chitarra, Giovanni Falzone alla tromba, Furio Di Castri al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria |
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Nel video le immagini di LINGOMANIA registrate nel 1987 nel corso dello show televisivo “DOC” di Renzo Arbore in onda su Raidue. La formazione di quel periodo comprendeva Maurizio Giammarco al sax, Umberto Fiorentino alla chitarra, Danilo Rea al piano, Enzo Pietropaoli al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria |
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