Quando un collo di bottiglia e una cassetta di legno fanno la differenza… Dietro il nome River Blonde si nascondono (ma neanche tanto) due musicisti romani innamorati del blues, della chitarra slide, della musica ricca di groove in generale. Un incontro che riesce spesso a sorprendere per l’efficacia delle performance live e un repertorio che mescola efficacemente pezzi originali e cover personalissime, intense canzoni e trascinanti momenti strumentali.
Il duo è formato da Stefano Tavernese (voce, chitarre elettriche, acustiche e resofoniche, strumenti a corde vari) e Guit-Armando Serafini (percussioni, chitarra) in uno spettacolo ad alta gradazione ritmica e sonica che spazia dalla musica tradizionale delle rive del Mississippi al rock contemporaneo, contaminato a volte da un tocco di celtica malinconia o caratterizzato da un beat trascinante degno di una danza africana.
Il primo imperdibile album di River Blonde, The Heart, the Healer & the Holy Groove (MRM Records/Appaloosa – Distribuzione IRD) è uscito a fine 2016 dopo la partecipazione alla finale nazionale dell’Italian Blues Contest.
Ospite speciale della serata il bassista napoletano Francesco Miele
STEFANO TAVERNESE
Eclettico strumentista, performer ricco di humour e fantasioso interprete vocale, fin dagli anni ottanta spazia fra musiche tradizionali o etniche di ogni tipo, blues, jazz, rock con la chitarra, il violino e un numero imprecisato di altri strumenti a corde.
Numerose le collaborazioni con noti artisti italiani e internazionali, dal rock sanguigno dei Gang al progressive d’autore della PFM, dai virtuosismi chitarristici di Bob Brozman alle originali rivisitazioni dell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore, fino all’alternative rock-blues dei Bud Spencer Blues Explosion.
ARMANDO SERAFINI
Decine di migliaia di visualizzazioni su web per i video in cui suona dell’ottimo funk a colpi di nocche su qualsiasi superficie o con un set di percussioni personalizzato a base di legno e metallo, alias Guitarmandrum. Nocche’n’roll senza mezzi termini…
Non a caso il suo nome d’arte è Guitarmando, ‘Sir Guit’ è un chitarrista coi fiocchi e alle sue originalissime percussioni ha unito le sei, dodici (e anche otto del bouzouki) corde con Mimmo Cavallo, Umberto Papadia, Piergiorgio Faraglia, il tributo acustico ai Led Zeppelin dei No Quartet e Adriano Viterbini.