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Federico Zampaglione e Mario Donatone“Blues Christmas Night” è il titolo delle due serate di autentico Blues che il Big Mama propone giovedì 26 e venerdì 27 dicembre: sul palco ci saranno Federico Zampaglione, frontman della band TIROMANCINO e appassionato cultore della musica del diavolo, e Mario Donatone, pianista e blues singer, con una lunga carriera anche come direttore di coro gospel.

Dopo aver dato vita al progetto “Buzz”, in cui hanno proposto – con grande successo anche al Pistoia Blues Fest del 2013 – una contaminazione dei classici blues con l’elettronica, Zampaglione e Donatone tornano ad un genuino minimalismo acustico, con la forma del duo strumentale e vocale. Una fusione amabile di chitarre acustiche e dobro, pianoforte e voci, intessendo trame ricche di groove, spaziando in un repertorio che va dal Blues rurale di Robert Johnson al Chicago style di Willie Dixon, insieme a classici della black music di Ray Charles, B.B.King, J.J.Cale, Sleepin’ John Eastes, Dr. John. Ci sarà anche una particolare nota natalizia, con l’inclusione di brani come Merry Chrismas Baby, o classici come White Christmas o Silent Night in versione blues e gospel. Un viaggio unplugged e affascinante, emozionale e senza tempo, per le strade di una musica che ha formato generazioni di musicisti.

Federico Zampaglione (chitarra acustica, dobro e voce) – Mario Donatone (piano e voce)

Federico Zampaglione – biografia

zampaglione_6durante gli anni 90 pubblica quattro album: Tiromancino (1992), Insisto (1994), Alone alieno (1995), Rosa spinto (1997). Nel marzo 2000 i Tiromancino debuttano su Virgin con il loro quinto album “La descrizione di un attimo” che grazie ad un inarrestabile passa-parola tra appassionati e addetti ai lavori e ad un’intensa attività live fa crescere in maniera esponenziale il seguito di pubblico e il consenso della critica. Da Strade, il singolo presentato a Sanremo 2000 e premiato con il secondo posto nella sezione “nuove proposte”, a La descrizione di un attimo, affascinante fusione di melodia, ritmo e intensità lirica, fino all’exploit di Due destini, brano poi inserito nella colonna sonora del film di Ferzan Ozpetek “Le fate ignoranti”, i Tiromancino vedono concretizzarsi molti dei loro obiettivi, sia sul piano commerciale sia su quello artistico.
Ottengono riconoscimenti importanti, come l’invito dei Morcheeba a suonare in apertura del loro tour in Spagna e Portogallo e conquistano premi di rilievo, tra cui quello come miglior gruppo agli Italian Music Awards; i loro video si avvalgono del contributo di ospiti d’eccezione (Valerio Mastrandrea, Paola Cortellesi e lo stesso Ozpetek) e vengono premiati per l’inventiva e la qualità. il suo sesto album preceduto dal singolo Per me è importante, conquista il primo posto in classifica e si attesta per tutto l’inverno 2002 tra i maggiori successi dell’anno, e vince il doppio disco di platino. Nell’ottobre 2004 i Tiromancino pubblicano Illusioni Parallele. Il 2005 segna i dieci anni del gruppo, e i Tiromancino pubblicano una raccolta 95-05 che ripercorre la loro musica più rappresentativa. Nella raccolta ci sono alcuni inediti e vecchi brani risuonati e arrangiati con la nuova formazione. Il primo singolo è Un tempo piccolo, brano registrato da Franco Califano nel 2004 per il suo album Non escludo il ritorno, qui ripreso e riarrangiato (con leggere modifiche al testo) dai Tiromancino.
Il singolo viene subito apprezzato anche per il video, che vede lo stesso Federico Zampaglione sceneggiatore e regista. La pubblicazione di questi brani è stata accolta con grande favore e le vendite hanno riportato i Tiromancino ancora una volta al doppio disco di Platino.
Federico appena concluso l’album 95-05 si impegna in un nuovo progetto; concepisce infatti l’idea di un film, Nero bifamiliare, una commedia nera, ambientata ai nostri giorni, che mette a nudo problemi e difficoltà della convivenza con altre culture uscito nelle sale nel 2007. Il film si rivela un esordio apprezzato da critica e pubblico, e ottiene moltissimi premi e un ottimo risultato al box-office, nonché importanti attestati di stima da parte di veri e propri maestri del cinema italiano e internazionale, quali Monicelli, Moretti, Verdone, Bava, Argento e Paull Haggis, il mitico regista e sceneggiatore di Crash. Si aprono a sorpresa a Federico le porte per una seconda attività artistica alla regia. L’alba di domani, original sountrack del film, è il primo disco prodotto dalla Deriva Produtcion, etichetta discografica di Federico Zampaglione, che conquista il risultato di essere tra le colonne sonore italiane più vendute degli ultimi anni, grazie a singoli di successo come L’alba di domani, Angoli di cielo e Un altro mare. A inizio 2008 esce il doppio album live Il suono dei chilometri anche questo su etichetta Deriva Production. Il disco, registrato durante il tour 2007, oltre i più grandi successi dei Tiromancino reinterpretati in chiave live, contiene due inediti, Quasi 40 e Il Rubacuori, quest’ultimo presentato al Festival di Sanremo 2008. Il rubacuori è un pezzo che ha suscitato molto clamore e polemiche per il contenuto del testo, incentrato sulla piaga sociale dei licenziamenti di massa. Il ricavato delle vendite on-line della canzone viene devoluto a sostegno degli operai della Thyssen.
In primavera esce il secondo singolo Quasi 40, una canzone autobiografica con un sonorità più rock. Il brano e il video, diretto da Federico, conquistano velocemente il pubblico, sottolineando la capacità comunicativa e il continuo rinnovamento e sperimentazione dei Tiromancino. Il connubio tra musica e immagini è sempre stato importante per Zampaglione sempre stato attento alla realizzazione dei videoclip, a tal punto da curare la sceneggiatura e la regia per il videoclip del brano Un tempo piccolo per il quale ha vinto il primo premio Cinecittà e Cinefestival di Ravello come “Miglior videoclip italiano”. A Maggio 2010 è uscito nelle sale il suo secondo film “Shadow”.

Mario Donatone – biografia

mario_donatone_live_bigmamapianista, cantante e arrangiatore, ha collaborato con molti artisti blues e soul (Eddie C. Campbell, Linda Young, Peaches, Les Getrex, James Wheeler, Beverly Watson, Michael Allen, Jimmy Holden). Nel 1986 inizia una collaborazione fondamentale per la sua formazione artistica con il jazzista e musicologo Francesco Forti. Il suo primo lavoro discografico è “Blues immaginario”, inciso per la Splas(h)! Records nell’89, un LP che viene definito “una sintesi energica, schietta e a tratti originale di blues e jazz “(Luciano Federighi, Musica jazz).
Il suo percorso come solista va in parallelo con le tante collaborazioni. Negli anni ’90 si dedica molto al gospel. Oltre al “Roma Spiritual Group” svolge attività didattica, dirige cori e collabora con cantanti e gruppi vocali neroamericani, tra cui Laverne Jackson, Robin Brown, Jubelee Love Train, Bronzville American Gospel, Soul Food To Go. Nel 2000 incide il cd “Mario Donatone’s One night band” con la new LM Records. Anche la sua esperienza di arrangiatore di gruppi vocaliè testimoniata da due cd:”Roma world spirit”(Isma Records, 2001), e “The Peacemaker-Soul Food To Go”(Time Stretch Recording, 2003), progetti in cui in modi diversi si cerca di contaminare il gospel con il jazz e con la musica etnica.
Questa ricerca sfocia nella creazione del World Spirit Choir insieme a Giò Bosco, un progetto di grande coro multiculturale che fonde la radice afroamericana con filoni africani,afrolatini,afromediterranei e europei, e si è sviluppato parallelamente ad una originale esperienza didattica con gli immigrati nel centro Baobab di Roma,e ad eventi come la Baobab Ethno Kermesse,patrocinata dal comune di Roma. Nel 2004 pubblica due cd solistici in una rigorosa dimensione acustica: il primo è “Verdi in blue”, rilettura jazzistica della musica diVerdi con suoi arrangiamenti insieme al Velotti-Battisti Ensemble per la Isma Records, che rappresenta la sua prima incursione nel jazz strumentale in un progetto di grande spessore culturale.
Il secondo è “A long, old lonesome day blues” per la New LM Records; quest’ultimo lavoro, inciso in perfetta solitudine, è un tributo alla dimensione “one piano man show” con un viaggio nella memoria della musica americana che va da Jelly Roll Morton a Norah Jones, passando per Ray Charles e Randy Newman; qui propone tutta la sua gamma di interprete evidenziando il suo pianismo percussivo in debito con tutta la tradizione neroamericana su cui prende forma una vocalità intensa che evoca la più schietta radice blues del grido e del racconto.



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